Omocidi: gli omosessuali uccisi in Italia | Andrea Pini
Dal 1990 al 2001, oltre un centinaio di omocidi sono stati registrati in Italia. Omocidio e non omicidio, un'ambiguità semantica che porta in sé tutta l'ambiguità della società e dei media nei confronti di questo fenomeno in particolare e dei gay in generale. Come sottolineato dall'autore, "l'assassinio di persone omosessuali" spesso chiamato omicidio gay "diventa una categoria in cui le vittime si confondono con i colpevoli". Pini propone uno studio documentato e preciso su tutte le specificità dell'omocidio (per regioni, per motivo), elencando la totalità dei casi e soffermandosi su quelli che hanno segnato la storia italiana: da Lavorini a Versace, dedicando ampio spazio alla morte di Pasolini. Perché si muore d'omosessualità? Pini risponde con forza: l'omocidio è assassinio politico. "L'uccisione di omosessuali è solo l'aspetto più estremo della repressione dell'omosessuale, cioè della repressione del desiderio omo che è in tutti", "una violenza di massa che sussurra tu sei sbagliato". "Il rifiuto dell'omosessualità spinge molti gay e lesbiche ai margini della società civile e prima ancora ai margini della propria dignità umana. Se si arriva a quel punto, spesso inconsapevolmente, si può facilmente ritrovarsi a mettere in gioco una vita che in fondo non vale un granché". Una riflessione che possiamo difficilmente non collegare con il recente incremento di sieroconversione dell'HIV nella popolazione gay. Stephen Barris, Progetto MSM, Aiuto Aids Ticino - Lugano (septembre 2003).
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