A Burnham Overy la Trebbiatrice fu distrutta al grido di "Rompetela! Non lasciategliela portar via, impedisce a un uomo onesto di trovare lavoro".

Un libro che non solo attraversa la prima rivoluzione industriale, ma che avvicina il lettore al bracciante agricolo del XIX secolo. Un contadino senza terra e senza lavoro che, alla fine, chiede aiuto.

Giunta alla fine di questo lungo viaggio di fame, morte e speranza, non posso fare a meno di pensare che è stato detto tutto. Dalla vita che scorre come un fiume, da un figlio costretto a scappare, da qualcuno che non ce l'ha fatta, dall'acqua che sale e dalla vita che vuole spegnersi ma che poi si trasforma in furore ... E finché c'è forza, c'è vita.

Grazie Steinbeck

Un Dickens che sa rivolgersi al lettore con un'armonia di penna incredibile. Il grigio delle strade di Londra si incontra con il mondo delle fabbriche e con la classe operaia del XIX secolo. Una cultura borghese che esplode di concretezza e scientificità, il tangibile che diventa carcere dell'anima e distrugge il sogno. Un semplice capolavoro che nessun lettore o scrittore può perdere. Grazie Dickens. Grazie.

Un testo celebrativo di una Napoli stanca, vessata, schiavizzata dalla peste, dallo straniero che vuole sottrarle ogni bellezza.
Un libro corale e teatrale insieme che dà luogo ad una musica di sottofondo, la quale accompagna verso quest'affresco seicentesco.
L'autore, tra storia e immaginazione, conferisce a personaggi del passato una nuova dignità.
Napoli emerge bella più che mai, ma destinata ad un ritorno sempre all'uguale.

La storia della famiglia Levi inizia negli anni '30. L'autrice ne narra le vicende, con ironia e affettuosità, fino al dopo Guerra. Il lessico domina la scena e ci si innamora di certe ridondanze che immergono il lettore tra le mura domestiche di una famiglia antifascista.

Consigliato per chi vuole addentrarsi nella storia italiana incontrando personaggi importanti che, tuttavia, vengono presentati con semplicità, nella loro più reale essenza.