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Nessuno può volare
Nessuno può volare | Simonetta Agnello Hornby
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Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli si cresce con la consapevolezza che si è “tutti normali, ma diversi, ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po’ ‘strane’”. Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza della cugina Ninì, sordomuta (“Ninì non parla bene,” si spiega agli estranei), dell’amata bambinaia ungherese Giuliana, un po’ zoppa, del padre con una gamba malata, e della “pizzuta” prozia Rosina, cleptomane – quando l’argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché “la zia non deve sentirsi imbarazzata”... E poi naturalmente conosciamo George, sia attraverso le parole di sua madre – non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile (la chiave sta proprio nel titolo: “nessuno può volare”) –, sia grazie alla sua voce, che si alterna come un controcanto ironico (cento per cento british), ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli di chi si muove in carrozzina. E proprio come Simonetta con le storie di un tempo passato ci regala uno sguardo insolito e genuino sul mondo, così anche George, a cui quindici anni fa è stata diagnosticata la sclerosi multipla, ci consegna un punto di vista diverso da cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi. “Come, accanto ai colori dell’arcobaleno, lo spettro cromatico della luce ha altri colori invisibili a occhio nudo, così io vorrei che questo libro potesse aiutare i lettori a vedere lo spettro diverso in cui la nostra società si compone.”
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lalettricedistratta
Nessuno può volare | Simonetta Agnello Hornby

Nel mio mondo, tutti i disabili sono diversi - diversi per fattori fisici, come ciechi e sordi, o psichici, come ritardati mentali- e i diversi fanno tutti parte della nostra normalità, non devono mai essere emarginati. Eppure, non sono mai riuscita a vincere, solo a controllare, la paura delle persone con cui non riesco a comunicare. Me ne vergogno, ma è così!

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lalettricedistratta
Nessuno può volare | Simonetta Agnello Hornby
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Quel ritratto mi diceva che,al contrario di quanto succedeva in tante altre famiglie di cui sentivo parlare, in cui parenti malati o per qualche motivo "diversi" erano tenuti nascosti,da noi ognuno aveva le sue caratteristiche mentali e fisiche, e talvolta anche bizzarre ,ma eravamo tutti uguali e tutti ugualmente importanti.Ciascuno con il proprio ruolo